Della fusione fra Wind e 3 Italia si fa un gran parlare in questi giorni. Non perch� vi siano particolari novit� o qualcosa si stia muovendo. Semplicemente perch� ieri, la Commissione Antitrust Europea, presieduta da Margrethe Vestager, ha deciso di bloccare l�acquisizione dell�operatore O2 da parte di Hutchison, societ� controllata dal miliardario di Hong Kong Li Ka-Shing.
La stessa Commissione sar� chiamata a breve a emettere una decisione in relazione all'annunciata fusione fra Wind e 3 Italia. Le notizie provenienti da Bruxelles hanno fatto correre un brivido nella schiena a tutti coloro che, in questi mesi, avevano ritenuto il parere della Commissione un mero passaggio formale che non avrebbe impattato pi� di tanto sulle vicende di casa nostra.
E invece, il risveglio � stato brusco: per l'Inghilterra la Commissione ha espresso forti preoccupazioni sostenendo che, se l�acquisizione di O2 andasse in porto, i consumatori si ritroverebbero con una scelta inferiore e prezzi pi� alti, aggiungendo che il takeover danneggerebbe anche i processi di innovazione del settore. E i rimedi offerti da Hutchison non sono stati ritenuti sufficienti a prevenire tale evenienza.
E ora che ne sar� del matromonio fra Wind e 3? All�indomani della decisione relativa al Regno Unito, Vimpelcom - che controlla Wind - dispensa ottimismo. La societ� con sede ad Amsterdam, in Olanda, si � detta �convinta� che l�operazione andr� in porto entro la fine del 2016.
Da un lato la decisione di ieri � la seconda in sei mesi sfavorevole a una fusione fra operatori di Tlc: la precedente ha visto il no alla proposta di merging delle rispettive attivit� di telecomunicazione fra Telenor e Telia Sonera in Danimarca.
Dall'altro, la Vestager ha tenuto a precisare, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Bruxelles, che la decisione di ieri deve essere considerata come autonoma e riferita al caso specifico. Non impatter� sull'ulteriore materia soggetta all�investigazione della Commissione, fra cui appunto la fusione fra 3 e Wind.
Considerando le ragioni del blocco inglese, non si possono ignorare alcune similitudini. Anche in Italia, nel caso la fusione si concretizzasse, gli operatori passerebbero da 4 a 3 (come in UK); la scelta dei consumatori sarebbe ridotta e la concorrenza potrebbe essere meno efficace.
Non � neppure secondario il fatto che, dalla fusione, nascerebbe il pi� grande operatore italiano con il 33,7% di market share, con Telecom Italia al 32,4% e Vodafone a 26,4%.
Quello che � certo � che la Commissione Europea pubblicher� presto uno Statement of Objections nel quale esprimer� i propri dubbi sull�impatto della ventilata fusione del valore di 21,8 miliardi di euro, soprattutto in relazione alle regole della competizione. Non si tratta di una eventualit� inusuale in tali casi, tale da poter essere interpretata come prodromica a una decisione di rigetto. Ma Bruxelles potrebbe esigere che le parti sottoscrivano particolari condizioni a protezione della concorrenza (riguardo la ripartizione dello spettro radio ad esempio).
Per sapere se il semaforo finale sar� verde o rosso bisogner� attendere ancora qualche settimana. La decisione definitiva arriver� infatti il 18 agosto.
Sar� un'estate caldissima!
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