Il senso del pudore ai tempi di Google

di Christian Boscolo - 26 febbraio 2015
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Chiss� cosa avrebbe pensato Google della tormentata storia d'amore tra Fiorentino Ariza e Fermina Daza narrata nel celebre romanzo: L'amore ai tempi del colera. Probabilmente avrebbe stigmatizzato l'attrazione di un uomo adulto nei confronti di un'adolescente con buona pace del compianto premio Nobel per la letteratura Gabriel Garc�a M�rquez che di certo non sarebbe stato d'accordo. Del resto come si pu� essere d'accordo con chi si arroga il diritto di stabilire cosa sia lecito e cosa inopportuno, tantopi� in materia di nudo e al di fuori del proprio Paese?

Eppure Google lo ha fatto e con un comunicato che suona come un diktat:

"Non accetteremo pi� siti che abbiano al loro interno contenuti sessualmente espliciti, fatta eccezione per chi presenter� nudit� sotto un punto di vista artistico, educativo o scientifico o per chi dimostrer� che � possibile trarre altri benefit". La nuova normativa entrer� in vigore il 23 marzo 2015 si legge nel comunicato ufficiale.

Insomma, fate come diciamo noi, oppure le vostre belle pagine su Internet non le vedr� pi� nessuno. Troppo facile per chi ha ormai  il monopolio della pubblicit� on-line e dell'informazione. Eppure da chi difende a spada tratta le diversit�, la creativit� e l'innovazione ci saremmo aspettati una visione pi� illuminata. E invece si ricade nel ridicolo, con prese di posizione che, in un'azienda moderna e proiettata verso il futuro, sfidano l'ipocrisia. La censura dei siti appartenenti alla piattaforma Blogger � infatti solo la punta di un iceberg.

Anche Cellulare Magazine si � infatti dovuta scontrare contro l'ondata moralizzatrice del colosso di Mountain View.
Qualche giorno fa siamo stati costretti a cancellare in tutta fretta (3 giorni di tempo) tutte le pagine riguardanti la nostra rubrica: "La Domenica in Rosa", pena l'oscuramento del  sito. Questo perch� anche l'AdSense (chi controlla la pubblicit� on-line, sempre di propriet� i Google) ha giudicato le immagini non in linea con i loro standard. Qualcuno sar� sicuramente d'accordo. I bacchettoni proliferano anche nel nostro Paese, eppure le foto della nostra rubrica non mostravano alcuna nudit� esplicita. Ma del resto la policy di AdSense censurerebbe anche una militante dell'Iisis visto che sono vietate:

- Strategically covered nudity (nudit� coperte in maniera strategica)
- Sheer or see-through clothing (vestiti trasparenti)
- Lewd or provocative poses (pose oscene o provocanti)
- Close-up of breasts, buttocks or crotches (primi piani di seno, natiche, ecc)

Eppure sui social network (taluni anche di propriet� di Google) proliferano foto di violenze contro uomini e animali, slogan inneggianti al razzismo e, forse ancora peggio, notizie false e tendenziose. Insomma, una brutta storia che, c'� da scommetterci, non finisce qui. E come dicevano i protagonisti dell'Amore ai tempi del colera:

Fermina Daza: Tu hai fede in Dio?
Fiorentino Ariza: No, ma un poco lo temo.

Ecco, anche io un poco Google lo temo...


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